Il Convegno “Le nuove frontiere
della medicina: la musicoterapia” che si è tenuto il 16 Giugno scorso nella sala
dell’Ordine dei Medici, promosso dall’AMMI
e dalla Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Medici vuole aprire
nuove prospettive a Reggio Calabria?
I contributi delle relatrici, ( Francesca
Sottilotta, insegnante, musicoterapeuta e Presidente della Cooperativa
“Intermezzo”; Antonia Fotia, educatrice, musicoterapeuta, socia della
Cooperativa “Intermezzo”; Maria Letizia Biasi, pedagogista, musicoterapeuta e
rappresentante regionale Aim; Leda Badolati, responsabile del progetto
“Sintonie Sonore” del Rotary Club Service del distretto di Palmi, Francesca
Fedele, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Nosside – Pythagoras”) che si sono susseguiti in sala sembrano voler
andare nella direzione che vede in gioco, nel processo di cura, anche l’uso di
codici espressivi non verbali finalizzato ad una migliore qualità di vita.
Ma quale la base scientifica?
Le osservazioni di diversi studiosi che hanno analizzato l’esperienza
sonoro/musicale durante la vita intrauterina possono aiutarci in questa ricerca
della evidenza scientifica del trattamento musicoterapico. Già in questo
periodo il feto percepisce i suoni, sia quelli esterni, sia quelli interni,
prodotti dai suoi stessi movimenti e dalla vita neurovegetativa della madre.
Quindi, tramite il suono il feto inizia a conoscere il mondo e ne conserva una
traccia mnemonica; infatti, da neonato preferisce i suoni che ha già
sperimentato durante la vita intrauterina come il battito cardiaco, le canzoni
e le ninne nanne cantate dalla madre in gravidanza. Sono tante, comunque, le
sperimentazioni in questo campo sia prima che dopo la nascita. Lo studioso
Cross, ad esempio, ha osservato che la musica è fondamentale nello sviluppo
dell’interazione madre-figlio, nello sviluppo delle capacità emozionali, ma
anche cognitive.
D’altra parte il tipo di comunicazione sonora che si stabilisce già in
fase intrauterina tra madre e feto si ripropone nel periodo neonatale
attraverso gli elementi ritmici, dinamici e intonativi. E questo tipo di
scambio comunicativo fa da base alla strutturazione della capacità linguistica
del bambino.
Si tratta di un idioma in cui curva melodica, tempo, metrica, ripetitività
sono elementi comuni a culture e lingue diverse. E la madre non necessariamente
deve possedere nozioni musicali.
Quindi, utilizzare l’elemento sonoro-musicale in un contesto terapeutico
può essere una risorsa a fronte di un disagio, che può sfociare in patologia
nelle varie fasi della vita.
Per entrare nello specifico di un intervento in fase evolutiva, possiamo osservare
che l’attività musicoterapica generalmente è di tipo improvvisativo/attivo (vedi
modello Benenzon), cosa che consente di osservare il giovane utente, senza
ricorrere alla mediazione della parola, per cui è possibile cogliere in un
contesto non verbale alcuni aspetti che a volte rimangono latenti, nascosti.
All’interno del convegno è stato possibile condividere alcune esperienze
realizzate a Reggio città e a Palmi. È emerso che utilizzare la Musicoterapia
in un percorso riabilitativo/terapeutico, ma anche preventivo, favorisce nel
destinatario una migliore qualità di vita, un’interazione sociale più intensa,
una migliore consapevolezza di sé, lo sviluppo di capacità nell’uso dello
strumentario, della voce e della produzione sonora funzionali all’espressività,
alla comunicazione e alla relazione, lo sviluppo della creatività attraverso
l’esperienza corporeo-sonoro-musicale.
Le varie relatrici hanno voluto sottolineare l’opportunità di un approccio
integrato in ottica multidisciplinare che metta in rete diversi tipi di “cura”
che possono coesistere nell’interesse di chi soffre.
Sempre all’interno del convegno la dott.ssa Mariella Libri Costantino ha
preannunciato la volontà dell’AMMI di promuovere la realizzazione di interventi
musicoterapici con la collaborazione della Cooperativa sociale “inTErMEzzo” nella
Scuola Nosside- Pythagoras, da estendere all’intera regione calabrese, a cura
delle locali sezioni dell’Associazione promotrice.
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